lunedì 9 febbraio 2009

Consiglio di Istituto del 6 febbraio 2009

Interessanti e dibattuti i punti all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio, incentrato principalmente sulla approvazione del Programma Annuale 2009 che pareggia sulla cifra di 576.650 euro.
Tra le decisioni assunte (all'unanimità dei presenti), quella che potrà far più discutere è l'aumento del Contributo di Iscrizione a partire dall'anno scolastico 2009-2010, che passerà dagli attuali 90 a 120 euro.
La causa è nota, ahimè: la riduzione costante dei trasferimenti da parte del ministero e degli enti locali (e la situazione, in seguito alle politiche del Governo in campo scolastico, non potrà che peggiorare nei prossimi anni).
Se come rappresentanti dei genitori siamo ben coscienti che questo non è il momento più popolare per chiedere alle famiglie un aggravio di costi, abbiamo votato a favore perchè:
  • 30 euro annui, anche se costituiscono un forte incremento in termini relativi, ci sembrano una cifra comunque sopportabile dalle famiglie;
  • l'accantonamento di fondi per un futuro rinnovo dei laboratori linguistico ed informatico (che hanno 12 e 6 anni!) è necessario per salvarli dall'obsolescenza;
  • aumentano comunque i costi legati, giustamente, a un più intenso utilizzo delle tecnologie da parte degli alunni e dei docenti;
  • il livello del contributo era fermo da tre anni, e comunque al di sotto della media dei contributi richiesti da scuole omologhe sul territorio.
Si è aperta poi (su richiesta dei genitori) una discussione sui Viaggi di istruzione, già avviata in sede di Giunta Esecutiva, che ha portato a condividere le seguenti asserzioni:
  • viene ribadito il valore didattico e "sociale" dei Viaggi di Istruzione;
  • si invita la Commissione Viaggi ad un'operazione di calmieramento di prezzi per i viaggi futuri, tenuto conto della situazione esterna di crisi economica che mette sempre più in difficoltà le famiglie;
  • si ritiene accettabile che i genitori, in sede di Consiglio di Classe, possano proporre agenzie specifiche in aggiunta a quelle a cui normalmente si riferisce la Commissione, ma si demanda comunque alla scuola il compito di richiedere preventivi, per garantire l'omogeneità dei requisiti richiesti e rendere effettivamente confrontabili i preventivi.
Un altro punto all'ordine del giorno, sempre su richiesta della componente genitori, ha riguardato la recente vicenda dei 5 in condotta legati alla occupazione dell'Istituto (terminata con alcuni atti vandalici) avvenuta in novembre sull'onda delle proteste contro il decreto Gelmini.
Riconosciuto che:
  • il 5 in condotta non è una sanzione disciplinare, ma un voto relativo al comportamento degli allievi nella scuola anche al di fuori della normale attività didattica (che non è stata inficiata dalla occupazione);
  • il voto di condotta è esclusiva titolarità della componente docenti del Consiglio di Classe, ed i voti in questione sono stati decisi all'unanimità dai Consigli stessi;
  • il 5 in condotta erogato nel primo quadrimestre non avrà effetti sulle valutazioni future;
i genitori hanno chiesto, in Consiglio, di sapere se, in associazione al voto di condotta, sia stato effettuato dai docenti un percorso di dialogo con i ragazzi interessati per elaborare insieme la complessa esperienza vissuta, come auspicato peraltro dalla lettera aperta dei genitori sul tema della occupazione, e non correre il rischio di far interpretare il 5 come semplice "punizione per aver occupato".

I docenti hanno offerto ampie rassicurazione al riguardo: il percorso è stato condiviso con i ragazzi e con i rappresentanti nei Consigli di Classe.
Si è convenuto di proseguire il confronto sul tema del "rispetto della legalità" con ulteriori iniziative a scuola, sulla scia ad esempio dell'intervento, nello scorso anno scolastico, di Davide Mattiello di "Libera", l'associazione fondata da Don Ciotti.

Un altro punto di discussione è stata la recente ricerca della fondazione Agnelli che, basandosi sui risultati universitari degli iscritti ai tre atenei piemontesi, ha definito una "classifica" degli istituti piemontesi che vede il Newton ai primi posti in regione e al primo posto in provincia di Torino.
La ricerca - prima esperienza nel suo genere - sottolinea le ottime prestazioni delle scuole "di provincia" e degli istituti statali (le scuole non statali hanno piazzamenti molto meno onorevoli).



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentili Signori, mi permetto di sottoporre alla Vostra attenzione alcune osservazioni riguardanti il passo seguente: «il 5 in condotta non è una sanzione disciplinare, ma un voto relativo al comportamento degli allievi nella scuola…».

1) D’accordo, il 5 in condotta non è una sanzione disciplinare. Ma è una sanzione disciplinare la lettera - datata 15 gennaio 2009 e firmata dal dirigente scolastico - con cui l’attribuzione del 5 è stata comunicata ai genitori e all’alunno. La lettera reca in «oggetto: lettera di ammonizione». E come tale fa parte delle «sanzioni disciplinari» elencate nell’art. 23 (Norme e sanzioni disciplinari) del Regolamento d’Istituto. Per la precisione, si tratta, se la mia interpretazione è corretta, della sanzione descritta alla lettera c: «ammonizione scritta con comunicazione ai genitori». La lettera è infatti: a) una comunicazione ai genitori, essendo indirizzata «Ai genitori dell’alunno»; b) ed è una ammonizione scritta, essendo inviata anche «Agli Atti dell’Istituto».

2) In quanto sanzione disciplinare, essa avrebbe dovuto venire comminata seguendo le norme previste dal Regolamento d’Istituto. L’art. 23 recita: «nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni». Con una aggiunta due pagine dopo: «…in contraddittorio con l’organo chiamato ad accertare il fatto e le responsabilità». Due domande: gli studenti sono stati invitati ad esporre le proprie ragioni in contraddittorio con l’organo chiamato ad accertare il fatto e le responsabilità? Intendo con una lettera indirizzata ad ogni singolo studente, indicato con nome e cognome, dal momento che «la responsabilità disciplinare è personale» (art. 23); b) inoltre, il contraddittorio è avvenuto? Esiste un verbale del contraddittorio sostenuto dallo studente? In conclusione: se queste due norme procedurali sono state disattese, non si dovrebbe concludere che il Regolamento d’Istituto non è stato rispettato?

3) Se la lettera di ammonizione è una sanzione disciplinare, essa dovrebbe indicare con precisione quali infrazioni sono state commesse, da chi sono state commesse, e quali sono le corrispondenti sanzioni disciplinari. Ricordo che nel citato elenco dell’art. 23 la relazione tra infrazioni e sanzioni è evidente. Vi compaiono infatti 4 colonne: «infrazioni, esempi, sanzioni, organi competenti». E sottolineo l’importanza della domanda «da chi?», dal momento che «la responsabilità disciplinare è personale». Ora, riguardo a tali questioni, la lettera appare poco chiara. Essa ha più aspetti non ben connessi tra loro e mescola voti, infrazioni e sanzioni: a) in quanto lettera di ammonizione, è una sanzione disciplinare in se stessa; b) essa comunica ai genitori e allo studente l’attribuzione del 5 in condotta, che invece non è una sanzione disciplinare ma un voto; c) infine menziona quella che parrebbe effettivamente una infrazione: «danneggiamento delle strutture scolastiche» e «danni provocati alle strutture scolastiche» (vedi lettera c oppure d). E avverte che sarà richiesto il risarcimento per la «sostituzione degli estintori». Ebbene, chi ha danneggiato gli estintori? Tutti insieme gli studenti colpiti dal 5 in condotta, oppure alcuni di loro, oppure uno solo? Ciò non è chiaro, e non è chiaro anche perché non è avvenuto «il contraddittorio con l’organo chiamato ad accertare il fatto e le responsabilità». Ma il Regolamento non afferma che «la responsabilità disciplinare è personale»?

4) All’art. 23 il Regolamento stabilisce: «Contro le sanzioni comminate è ammesso il ricorso, da parte degli studenti, entro 15 giorni all’Organo di Garanzia dell’istituto». Osservo: 1) nella lettera di ammonizione genitori e alunni non vengono avvisati che esiste questa possibilità; 2) da quando decorrevano i 15 giorni? Dalla data delle lettera, cioè dal 15 gennaio? Oppure dal momento in cui la lettera è stata consegnata a mano in classe agli studenti, cioè anche sette o otto giorni dopo, quando ne restavano pochissimi per predisporre il ricorso?

5) Lasciamo ora da parte il Regolamento e le sanzioni disciplinari e torniamo al 5 in condotta, che appunto «non è una sanzione disciplinare, ma un voto…». Qui non abbiamo più a che fare con il Regolamento d’Istituto, ma con la disciplina del 5 in condotta stabilita dal ministro Gelmini. Come è noto, il 16 gennaio il ministro ha firmato il decreto nel quale statuisce che il 5 in condotta può essere assegnato solo all’allievo che ha prima avuto più di 15 giorni di sospensione (art. 4.1). Ma gli studenti del Newton a cui è stato attribuito il 5 in condotta non avevano affatto ricevuto in precedenza una tale sospensione. E’ vero che la lettera ai genitori è anteriore al decreto, seppure di un solo giorno, essendo datata 15 gennaio 2009. Ma la bozza di tale decreto compariva da dicembre su Internet e fissava già le condizioni di attribuzione del 5 in condotta confermate successivamente nel decreto. Non solo, ma già l’art. 2.3 del decreto-legge 01/09/08 convertito in legge il 30/10/08, n. 169, precisava che «i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi» sarebbero stati indicati da un successivo decreto ministeriale. Quindi gli insegnanti sapevano da tempo, almeno da fine ottobre, che il ministro intendeva avocare a sé i criteri di attribuzione dell’insufficienza in condotta. Gli insegnanti dell’Istituto favorevoli al 5 non avrebbero forse dovuto agire con la prudenza che una materia così delicata suggerisce? E il fatto che la lettera, benché consegnata alcuni giorni dopo, rechi però la data del 15 dicembre, appena un giorno prima della firma del decreto Gelmini, non è veramente curioso?
Se le mie osservazioni sono fondate, ci troviamo di fronte ad un paradosso: coloro che hanno punito gli studenti perché avrebbero violato le regole hanno a loro volta tenuto in poco conto le regole, sia quelle del Regolamento d’Istituto sia quelle stabilite dal ministro. Non vi pare un comportamento poco educativo?
Piero Meaglia
Collaboratore de «La Voce del Canavese»

Anonimo ha detto...

Grazie per le considerazioni. Direi che i punti 1 e 2 non fanno una piega: le osservazioni sono giuste, e le procedure seguite non rispettano quanto dettato dal più recente Statuto degli Studenti e delle Studentesse, incluso nel nuovo Regolamento di Istituto approvato nell'ottobre 2008.
Promesso che vigileremo con maggior attenzione in futuro.
Il punto 3 mi sembra un po' meno convincente, ma ha anch'esso una sua ragionevolezza: peraltro il voto di condotta resta competenza esclusiva della componente docenti del Consiglio di Classe, dunque non possiamo far altro (come abbiamo fatto) che tentare di aprire una discussione in CdI sull'argomento, esponendo le nostre opinioni al riguardo.
In questa situazione, pesa moltissimo l'assenza in Consiglio di Istituto della componente studenti, che non ha presentato liste alle elezioni di novembre, e non ha partecipato (sebbene invitata più volte in forma ufficiale) alla redazione del Nuovo Regolamento da parte del precedente CdI, nè alla seduta di approvazione dello stesso (ma non per motivi di opposizione specifica al Regolamento: per una sorta, piuttosto, di depressione post-occupazione). Abbiamo tentato, come genitori, di coinvolgere almeno i rappresentanti degli studenti eletti nella Consulta Provinciale: resta il fatto che, in CdI, solo la somma delle componenti genitori+studenti (4+4)può pareggiare la componente docenti (8). Visto che - senza gli studenti - siamo in minoranza per almeno un anno, possiamo solo fare una operazione di "persuasione" sui temi che riguardano gli studenti.
Il CdI ha valore legale anche in assenza di una delle componenti elettive. Speriamo che il prossimo anno gli studenti non ripetano l'errore di rimanerne fuori.

Marco Zanette